Gli ETF (exchange-traded fund) sono dei fondi di investimento, quindi di fatto un insieme di azioni, Obbligazioni, materie prime… che hanno lo scopo di replicare un determinato indice di riferimento. Un indice esprime la variazione nel tempo dei prezzi di un paniere di titoli scelto, per esempio l’FTSE MIB indica come stanno andando i 40 titoli “migliori” della borsa italiana, l’S&P500 della borsa americana e così via. Gli ETF sono a gestione passiva, che significa che il loro rendimento è legato alla quotazione di un indice borsistico (che può essere azionario, per materie prime, obbligazionario, monetario etc.) e non dall’abilità di compravendita del gestore del fondo: il fatto che siano strumenti passivi permette di avere dei costi molto inferiori rispetto ai fondi comuni.

L’opera del gestore si limita a verificare la coerenza del fondo con l’indice di riferimento (che può variare per acquisizioni societarie, fallimenti, crolli delle quotazioni etc.), nonché correggerne il valore in caso di scostamenti tra la quotazione del fondo e quella dell’indice di riferimento, che sono ammessi nell’ordine di pochi punti percentuali (1% o 2%). ==La caratteristica principale degli ETF è quindi la loro diversificazione che permette di avere lo stesso Expected value delle azioni ma con una minore volatilità==. Il sito principale dove andare a confrontare i vari ETF è JustETF.

Caratteristiche

Indice di riferimento

Indice che cerca di replicare l’ETF. In base all’indice che sto cercando di replicare ho varie tipologie diverse. Per una descrizione delle varie tipologie rimando alla sezione sotto.

Bontà della replica

Se investiamo in ETF significa che vogliamo replicare il mercato. KIID è un documento con tutte le informazioni dell’ETF e soprattutto il confronto con l’indice di riferimento. L’obiettivo dev’essere quello di trovare ETF che si muovano esattamente come l’indice; non peggio e neanche meglio.

Tipo di replica

La replica fisica significa che l’ETF acquista tutte o la maggior parte delle azioni nell’indice che sta replicando. La replica sintetica, invece, utilizza strumenti derivati per replicare la performance dell’indice.

Dimensione del fondo

Tendenzialmente un fondo più è grande meno costi ha e più riuscirà a replicare l’indice.

Età del fondo

Più un fondo è longevo più il fondo sta dando prova di replicare il benchmark e inoltre è possibile che chiuda se non funziona. Quindi evitare ETF nuovi poco conosciuti.

Spese correnti (TER)

Per la gestione di un ETF ci sono delle spese, che sono le commissioni che vengono richieste dagli intermediari per gestire tale fondo. È importante confrontare vari ETF sullo stesso indice per avere un’idea di quali siano i costi in quel caso. Dobbiamo sempre preferire l’indice con le spese più basse.

Liquidità

L’ETF dev’essere scambiato, altrimenti rischiamo di comprarlo e di tenercelo perché non c’è nessuno a comprarcelo. Inoltre più un ETF è scambiato e più bassi saranno gli spread (differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita). Per capire la liquidità devo controllare il Volume di tale ETF, cioè il numero di volte che viene scambiato tale ETF.

Distribuzione del dividendo

Dato che stiamo parlando di azioni ci può essere un dividendo periodico. I dividendo possono essere distribuiti direttamente accreditandoli sul conto oppure reinvestiti all’interno del fondo (accumulazione). Occhio anche alla doppia tassazione dei dividendi, americana e italiana. Se si parla di piani di accumulo sempre meglio accumulazione dei dividendi.

Tipologie di ETF

  • Azionari
    • Indice borsistico: (S&P500, Futse mib…) o anche altro, indice globale, di un singolo mercato, delle top 40 delle aziende di un certo tipo e così via.
    • Tematici: azioni non più di un mercato ma di un settore o di un settore e un mercato (per esempio il settore bancario statunitense). Oppure un ETF che segue il mercato dei videogiochi, della cannabis… Questi ETF tipicamente sono dei terribili investimenti.
  • REIT: ETF di fondi immobiliari.
  • Obbligazionari
  • Materie prime: per investire sulle materie prime direttamente vi sono gli ETC, oppure esistono ETF di aziende che gestiscono principalmente materie prime. Con un ETF stiamo aggiungendo il rischio di investire in oro con il rischio aziendale sulle aziende.
  • Leva o short: ETF che sfruttano i derivati, quindi sono tendenzialmente più rischiosi. Gli ETF vanno al ribasso su un indice, se scende guadagno. ETF a leva aggiungono un effetto moltiplicatore all’indice, quindi posso avere un 2xS&P500, che farà guadagnare il doppio o perdere il doppio rispetto all’indice selezionato. Questi ETF andrebbero utilizzati nel breve periodo.

ETF UCITS

Gli ETF UCITS sono fondi negoziati in borsa che aderiscono al quadro normativo UCITS (Undertakings for the Collective Investment of Transferable Securities) il quale è stato istituito dall’Unione Europea per proteggere gli investitori da attività fraudolente e informazioni poco trasparenti.

Gli ETF UCITS devono rispettare determinati standard, tra cui:

  • Diversificazione del fondo: nessuna singola posizione può valere più del 20% del valore netto del fondo.
  • Separazione tra patrimonio dell’ETF e quello della società emittente: il patrimonio degli investitori non può essere utilizzato per compensare l’indebitamento del fornitore.
  • Liquidità del fondo: gli ETF UCITS devono essere liquidi ed aperti in modo tale che il singolo investitore possa riscattare le proprie quote in qualsiasi momento.
  • Limiti all’utilizzo dei derivati: l’esposizione verso la singola controparte è limitata al 10% del valore netto del fondo.

Inoltre, gli ETF UCITS devono fornire un’informazione chiara e trasparente sulle loro commissioni.

Gli ETF non UCITS devono essere dichiarati direttamente sul 730 quadro RL e sono tassati con l’aliquota IRPEF.

Critiche agli ETF

Spesso vengono mosse critiche agli ETF in favore dei fondi attivi ma queste sono spesso infondate, come spiega bene questo video.