Il riscatto del corso di laurea è un’opportunità per trasformare gli anni di studio universitario in anni contributivi, utili per il calcolo della pensione. Questo strumento permette di considerare gli anni universitari come anni lavorativi, conteggiati per il diritto alla pensione e per il calcolo dell’assegno pensionistico. Si tratta di un pagamento volontario di contributi alle casse dell’INPS.

Chiunque abbia conseguito il titolo di studio può richiedere il riscatto, indipendentemente dal fatto che abbia un lavoro o sia inoccupato. Anche coloro che non sono iscritti a forme obbligatorie di previdenza possono richiedere il riscatto, grazie al decreto legislativo del 30 aprile 1997, numero 184.

È possibile riscattare anni universitari per vari titoli di studio, tra cui lauree, dottorati di ricerca, diplomi di specializzazione e altri. Non è obbligatorio riscattare l’intero corso di studi, si può scegliere di riscattare solo una parte, ma gli anni fuori corso sono esclusi.

Anche chi è inoccupato può richiedere il riscatto, con modalità simili al riscatto agevolato, che prevede un calcolo dell’onere basato su una retribuzione convenzionale.

Ci sono diversi fattori da tenere in considerazione:

  1. Impatto sull’importo della pensione: Il riscatto influenzerà direttamente l’importo della pensione che riceverai. L’importo che si va a versare va a sommarsi direttamente al montante e, dato che la cifra che si riceva di pensione è una media dei contributi versati in tutta la storia contributiva, con il riscatto agevolato l’ammontare della pensione sarà una cifra più bassa rispetto al riscatto ordinario (per ogni anno riscattato è come se avessi avuto una RAL di 18k per tale anno). Quindi non è detto che il riscatto porterà ad avere una pensione maggiore: è vero che aumenta il montante ma aumenta anche il numero di anni lavorati, quindi questo montante va a diluirsi di più
  2. Finestre di pensionamento: Il riscatto potrebbe anche influenzare le finestre di pensionamento, ovvero i periodi in cui puoi accedere alla pensione. Ad esempio, se il riscatto ti porta nel sistema misto (contributivo e retributivo), potresti perdere la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva. È importante considerare se il riscatto influenzerà le tue opzioni di pensionamento e se sei disposto a ritardare o anticipare il momento in cui puoi andare in pensione.
  3. Confronto con l’anticipato contributivo: per capire se ha senso riscattare non bisogna guardare la pensione di vecchiaia a 67 anni ma l’anticipato contributivo a 64 anni qualora si immagini di avere un ultimo stipendio sufficientemente alto (ad oggi corrispondente a circa 2500€). In quel caso si andrebbe in pensione a 64 anni indipendentemente dal riscatto.
  4. Possibili cambiamenti normativi futuri: È importante considerare anche i possibili cambiamenti normativi futuri nel sistema pensionistico. Le regole del gioco possono cambiare nel tempo, influenzando i requisiti per l’accesso alla pensione e le modalità di calcolo dell’assegno pensionistico. È difficile prevedere come evolverà il sistema pensionistico, ma è importante essere consapevoli dei potenziali cambiamenti e considerarli nella tua decisione di riscatto.

Costo del riscatto

Il costo del riscatto può variare notevolmente a seconda del sistema pensionistico (retributivo o contributivo) e dell’anno in cui si collocano i periodi di studio.

  • Nel sistema contributivo, l’importo del riscatto si determina prendendo un’aliquota contributiva in vigore al momento della presentazione della domanda e applicandola alla retribuzione soggetta a contribuzione nei 12 mesi lavorativi più recenti. Ad esempio, se sei un dipendente e hai avuto un imponibile previdenziale di €24.000 lordi nell’anno precedente al riscatto, pagherai circa il 33% di questa cifra per ogni anno di università riscattato.
  • Nel sistema retributivo (pre 1996), l’importo del riscatto dipende da diversi fattori, come l’età, il periodo da riscattare, il sesso, l’anzianità contributiva totale e le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Questo sistema è più complesso e il costo può essere determinato in base a formule specifiche fornite dall’INPS.
  • Per quanto riguarda il riscatto agevolato, introdotto nel 2019, si basa su una retribuzione convenzionale uguale per tutti, definita come il livello minimo imponibile per artigiani e commercianti vigente nell’anno di presentazione della domanda. Il costo per riscattare un anno di corso sarà quindi determinato da questa retribuzione convenzionale. Ad esempio, nel 2024, il costo per riscattare un anno di laurea è di 6076,95€

Vantaggi fiscali

  1. Deduzione o detrazione fiscale: Il costo del riscatto può essere deducibile o detraibile fiscalmente, a seconda di chi effettua il pagamento. Se il pagamento è effettuato dal contribuente stesso, il contributo può essere dedotto dal reddito imponibile ai fini fiscali, riducendo così l’imposta dovuta. Se il pagamento è effettuato dai genitori o da un’altra persona a sostegno del contribuente, è possibile usufruire di una detrazione fiscale del costo sostenuto.
  2. Benefici per gli inoccupati: Nel caso in cui il riscatto sia sostenuto dai genitori o da un’altra persona a sostegno del contribuente inoccupato, è prevista una detrazione fiscale del costo sostenuto. Questo può rappresentare un vantaggio significativo per coloro che non hanno un reddito da lavoro.
  3. Rateizzazione e vantaggi fiscali: È possibile versare l’onere del riscatto in un’unica soluzione o rateizzarlo fino a un massimo di 120 rate mensili senza interessi. Questa flessibilità nel pagamento può aiutare a gestire meglio le spese e a ottenere vantaggi fiscali nel tempo, diluendo l’impatto fiscale sul reddito annuo.

Conviene?

Riscattare la laurea conviene solo se:

  • Si ha lavorato molto presto (25 anni o prima)
  • Se durante la propria carriera si assume di non avere buchi contributivi (lavorare sempre, nessun periodo sabbatico)

Esempio: il mio riscatto laurea

Io ho iniziato a lavorare a 25 anni nel 2015, riscattando la laurea è come se avessi iniziato a 20 anni nel 2010. Il riscatto degli anni di laurea serve per l’anticipata, quindi per anni di contributi che per gli uomini sono 42 anni e 10 mesi. Quindi 20 anni + 42 e 10 mesi fa 62 anni e 10 mesi che è inferiore a 67 anni. Se invece non avessi riscattato 25 anni + 42 e 10 mesi fa 67 anni e 10 mesi che sono uguali ai 67 anni di vecchiaia. Da notare che qualora avessi una pensione abbastanza alta (maggiore di 1603€ lordi che corrispondono a 2500€ lordi di ultimo stipendio) potrei andare in pensione con l’anticipata contributiva, che è a 64 anni invece che 67. Se questo è vero il delta tra pensione con il riscatto e pensione senza riscatto con l’anticipata contributiva è 62 anni e 10 mesi col riscatto e 64 anni senza riscatto, il confronto va quindi fatto sui 64 anni e non sui 67 anni per capire se ha senso riscattare. Inoltre questo calcolo funziona se non si smette mai di lavorare, perché si basa sugli anni contributivi che ci sono solo quando una persona lavora e versa i contributi. Assumendo quindi di non smettere mai di lavorare, e quindi non smettere mai di versare i contributi fino ai 62 anni e 10 mesi il riscatto della laurea mi fa risparmiare 1 anno e 2 mesi rispetto all'anticipata contributiva e 4 anni e 2 mesi rispetto a quella di vecchiaia. Se invece, esempio, non verso i contributi per qualche anno (esempio con la RITA o perché smetto di lavorare) raggiungerò dopo i 42 anni di contributi e tali anni mi andranno quindi a “mangiare” i vantaggi del riscatto degli anni di laurea.

Moduli

Per avere i moduli da pagare e sapere lo stato dei propri pagamenti per quanto riguarda il riscatto della laurea accedere al seguente portale:

https://serviziweb2.inps.it/PagamentoRiscatti/accessoUtente.do

inserire il mio codice fiscale e il numero pratica, che è: 32028806.

Una volta entrati è possibile verificare lo stato dei pagamenti e scaricare eventuali bollettini da pagare.