La meditazione è un processo finalizzato ad approfondire l’attenzione e la consapevolezza, a perfezionarle e a integrarle maggiormente nella nostra vita. Significa essere presenti a se stessi, approfondire la propria autocoscienza. Meditare non è semplicemente un atto, ma un modo di essere; è imparare a svincolarsi dalla corrente incessante dei pensieri, sedersi sulla sua sponda, ascoltarla, trarne insegnamento e poi sfruttarne le energie per farci guidare anziché dominare.
Questo processo richiede energia e pratica costante, che possiamo chiamare pratica di meditazione. Lo sforzo di coltivare la capacità di vivere il presente non si svolge magicamente da solo; richiede impegno e disciplina. La meditazione aiuta a fare un passo indietro e guardare le cose dall’esterno, in modo da poter osservare i propri pensieri invece di esserne guidati e sballottati. È come uscire da una lavatrice mentale e guardare con calma al suo interno. Se si desiderano ottimi risultati con meno stress e meno loop mentali fatti di “se” e “ma”, la meditazione è come un bagno caldo per la mente.
Meditare non significa perfezionare una capacità o eseguire qualcosa perfettamente. Si tratta piuttosto di realizzare che tutto è già perfetto così com’è. Questo comporta lasciarsi coinvolgere in modo totale dal momento presente nella sua pienezza, senza sovrapporvi altro, assimilando la purezza e la freschezza del suo potenziale per dare origine al momento successivo.
La meditazione è una sorte di “morte” temporanea e morendo in realtà divenite più vivi. Questo è il vantaggio di fermarsi. Non si tratta di un atteggiamento passivo e quando deciderete di riprendere sarà una partenza diversa, poiché vi siete fermati. La pausa contribuisce a rendere più vivaci, ricche e articolate le azioni successive, aiuta a inquadrare nella giusta prospettiva tutte le preoccupazioni e insicurezze. Serve da guida. Non sarebbe però preciso definire la meditazione un «atto». È più corretto descriverla come «modo di essere». Quando comprendiamo che «le cose stanno così», ci liberiamo del passato e del futuro, diveniamo consapevoli di ciò che siamo in quel dato momento.
Consapevolezza
La consapevolezza significa prestare attenzione in un modo peculiare: di proposito, nel momento presente e senza giudicare. Praticare la consapevolezza può essere semplice, ma non necessariamente facile. È una metodologia che esige sforzo e disciplina perché le forze contrapposte—il nostro abituale automatismo e la scarsa attenzione—sono estremamente resistenti. Esercitarsi alla consapevolezza significa impegnarsi in ogni momento a essere presenti a se stessi.
Pensieri
Tendiamo a trascurare il fatto che pensiamo ininterrottamente. Il flusso incessante di pensieri che emana dalla nostra mente ci lascia scarsissimi momenti di sollievo interiore. Non siamo capaci di non fare nulla: senza leggere un libro, ascoltare musica… semplicemente rimanere seduti, senza fare nulla. L’ansia ci spinge a correre costantemente da un’attività all’altra, rendendoci infelici. Questa ansia è unicamente una serie di pensieri che si susseguono.
La meditazione aiuta a fare un passo indietro e guardare le cose dall’esterno, in modo da poter osservare i nostri pensieri invece di esserne guidati e sballottati. È come uscire da una lavatrice mentale e guardare con calma al suo interno. Durante le sessioni di meditazione, può sembrare che per il 99% del tempo la mente sia affollata come una "scimmia impazzita". Tuttavia, è quel rimanente 1% che conta davvero.
Se ci si sente frustrati, potrebbe essere perché si hanno troppe aspettative o si dedicano sessioni troppo lunghe. L’obiettivo non è “zittire la mente”; altrimenti il cervello si comporterà come un bambino capriccioso e iperattivo. Lo scopo è osservare i propri pensieri. Quando notate che la mente è invasa da pensieri casuali, potete semplicemente riconoscerli dicendo a voi stessi: «Pensieri, pensieri», e poi tornare a concentrarvi sul respiro o sull’oggetto della meditazione.
Per combattere l’ansia, è importante riconoscere quando si stanno avendo questi pensieri e chiedersi: “In questo momento, preferisco avere questo pensiero oppure preferisco avere la mia pace?“. Riconoscere i propri pensieri è il primo passo per liberarsene. Questo semplice atto di consapevolezza aiuta a sviluppare una maggiore serenità interiore e a ridurre l’agitazione mentale.
Il Respiro
Il respiro è uno dei pochi punti di incontro tra il sistema nervoso autonomo e quello volontario. Sebbene sia un atto involontario, siamo anche in grado di controllarlo. Molte pratiche meditative sottolineano l’importanza del respiro perché è una porta d’accesso al sistema nervoso autonomo.
Aiuta molto a concentrare l’attenzione disporre di un cavo d’ancoraggio al momento presente che serva come guida per ritornare sui propri passi quando la mente divaga. Per utilizzare la respirazione ai fini della consapevolezza, è sufficiente sintonizzarsi con la sensazione dell’inspirazione e dell’espirazione che attraversano il corpo. È tutto. Percepire il respiro. Respirare e sapere che si sta respirando. Non significa inspirare a fondo o fare uno sforzo particolare, ma semplicemente essere consapevoli del proprio respiro in funzione.
Come Meditare
La meditazione formale è il processo per cui ci si riserva volutamente un certo tempo per interrompere qualsiasi attività visibile e coltivare l'immobilità, senza un programma prestabilito salvo essere completamente presenti a se stessi in ciascun momento. Senza agire. Forse tali momenti sono il dono più bello che possiamo fare a noi stessi.
Durante la meditazione, l’atteggiamento da assumere consiste semplicemente nel registrare qualsiasi elemento presente nella mente e nel corpo, riconoscendolo con spirito neutrale, sapendo che i nostri giudizi sono pensieri inevitabili e limitati rispetto all’esperienza. La concentrazione, indispensabile durante la meditazione, si approfondisce riportando continuamente l’attenzione sulla respirazione a ogni accenno di distrazione.
Con l’esercizio prolungato la mente tende a fissarsi sempre meglio sulla respirazione e a notare anche il minimo impulso alla distrazione, lasciandolo immediatamente cadere, concentrandosi sulla respirazione o ritornandovi rapidamente.
Per migliorare la concentrazione, può essere utile mantenere nella mente l’immagine di una montagna durante la meditazione formale. Esplorare la sua utilità nell’intensificare la capacità di stare immobili, di fronte alle avversità, alle difficoltà, alle bufere o alla monotonia spirituale. Chiedersi cosa si impara da questo tipo di pratica.
Quando Meditare
Un trucco per integrare la meditazione nella quotidianità è meditare quando si è a letto. Si può sperimentare una meditazione profonda oppure addormentarsi; in entrambi i casi, è una vittoria. Si suggerisce di meditare un’ora ogni mattina, perché un tempo più breve potrebbe non essere sufficiente per entrare in profondità. Per chi desidera sperimentare la meditazione, può essere utile provare per sessanta giorni, un’ora al giorno, come prima cosa al mattino. Dopo circa sessanta giorni, si potrebbe essere stanchi di ascoltare la propria mente, avendo risolto molte questioni o avendole ascoltate a sufficienza da riuscire ad affrontare le paure e i problemi sottostanti.
Camminando
Prendere coscienza dei propri passi, dovunque ci si trovi. Rallentare un poco. Concentrarsi sul proprio corpo e sul momento presente. Apprezzare il fatto che, a differenza di molti, si può camminare; rendersi conto di questa possibilità miracolosa e, per un momento, non dare per scontato che il proprio corpo funzioni così meravigliosamente.
Distesi
Mettersi distesi è un modo meraviglioso di meditare se si riesce a non addormentarsi. Ma se dovesse accadere, il sonno potrebbe essere più riposante se indotto dalla meditazione. Ci si può destare allo stesso modo, con piena consapevolezza dei primi momenti del risveglio.
Yoga
Lo Yoga associa vicendevolmente movimento e quiete. È una pratica meravigliosamente corroborante e, come nelle altre forme meditative, non ci si pone un obiettivo, ma ci si muove di proposito in questo momento fino ai limiti estremi del corpo. Si esplora un terreno in cui una considerevole intensità di sensazioni può provenire dal distendere, sollevare o mantenere l’equilibrio in configurazioni spaziali insolite di arti, capo e torso. Qui si rimane, di solito più a lungo di quanto vorrebbe parte della mente, unicamente respirando e percependo il proprio corpo.
Tecniche di Meditazione
Un Respiro al Giorno
Un metodo semplice ma efficace è impegnarsi a fare un singolo respiro consapevole al giorno. Uno soltanto. Inspirare ed espirare con piena coscienza, e si avrà fatto il proprio dovere. Tutto il resto è un di più. Ci sono due motivi per cui questo è importante:
- Continuità: impegnandosi a fare un respiro al giorno, si può facilmente adempiere a tale dovere e conservare continuità nella pratica. Quando ci si sentirà pronti ad aumentare, si potrà farlo senza problemi.
- L’intenzione di meditare è essa stessa meditazione: questa pratica incoraggia ad avere l’intenzione di fare qualcosa di utile e benefico per se stessi ogni giorno e, nel corso del tempo, la cura di sé diventa una preziosa abitudine mentale. Quando la cura di sé è forte, la meditazione diventa più semplice.
Utilizzare un Testo come Focus
Un’idea interessante per il focus della meditazione è aprire il “Tao Te Ching” di Lao Tzu a una pagina a caso, leggere ciò che vi è scritto e fare in modo che diventi il centro della concentrazione. Questo può offrire nuovi spunti di riflessione e aiutare a focalizzare la mente su concetti profondi.
Palestra
Anche gli allenamenti possono essere utilizzati come forma di meditazione, focalizzandosi intensamente su ogni singolo muscolo. Avere tutta la mente nel bicipite durante i curl o nei pettorali alla panca. Essere realmente dentro di sé, scoprendo una nuova forma di meditazione, perché in quel momento non è possibile pensare ad altro.
Il Metodo di Tony Robbins
Per Tony Robbins, lo scopo è guidare e stimolare emozioni positive per il resto della giornata, e la meditazione dura solo nove minuti, divisi in tre momenti:
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I primi 3 minuti: Provare assoluta gratitudine per tre cose. Almeno una di queste dovrebbe essere molto semplice: il vento sul viso, il riflesso di una nuvola. Non limitarsi a pensare alla gratitudine, ma lasciare che riempia l’anima. Quando si è davvero grati, non esiste più rabbia o paura.
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Altri 3 minuti: Concentrazione totale per sentire la presenza di Dio, o in qualsiasi altro modo lo si voglia chiamare. Avvertire questa presenza interiore e ammirarla mentre risana tutto il corpo, la mente, le emozioni, le relazioni, le finanze. È un modo per risolvere tutto ciò che va risolto, sentendo che diventano più forti la gratitudine, la convinzione, la passione.
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Gli ultimi 3 minuti: Concentrazione su tre cose che si desidera realizzare, i propri “tre trespoli”. Immaginarle come se fossero già accadute, provare le emozioni relative e così via.
Come afferma Tony Robbins: “Non ci sono scuse per non dedicare a se stessi 10 minuti. Se non avete 10 minuti a disposizione, allora non avete una vita”.