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In una frase

Le critiche agli ETF sono infondate e è sempre la scelta migliore rispetto a fondi attivi.

Migliori tre concetti

  • I fondi attivi sottoperformano durante i bull market e non ti salvano dai bear market;
  • Il rischio delle scelte del gestore del fondo non è prezzato;
  • E’ impossibile distinguere tra luck e skill.

📒 Riassunto

Molti consulenti finanziari non consigliano gli ETF, a differenza dei fondi attivi, per queste ragioni:

  • Sono rischiosi: quando possiedi tutto il mercato prendi tutti gli up e tutti i down. Un fondo attivo invece permette di utilizzare la conoscenza dei gestore per limitare le perdite. Vanguard nel 2018 ha rilevato che invece quando le stock scendono i fondi performano come il mercato se non peggio; quando invece siamo in bull market i fondi performano sempre peggio del mercato. Inoltre il rischio del mercato è prezzato (alto rischio, alto guadagno) mentre il rischio che il gestore faccia scelte errate non è prezzato, ma c’è;
  • Non c’è controllo sulle stock che possiedi: possiedi sia le stock “brutte” che “buone”, mentre con un fondo attivo si possiedono solo le stock migliori. Anche questo non è vero in quanto il concetto di stock buona o cattiva non ha senso, inoltre non è detto che una stock brutta abbia un expected return inferiore di una buona (vedi Are ‘Good Companies’ Good Investments);
  • Il gestore del fondo utilizza la sua conoscenza per battere il mercato: non è vero, lo SPIVA scorecard indica che la maggior parte dei fondi di investimento attivi sottoperforma il mercato su periodi da 1 anno a 10 anni;
  • Il gestore del fondo è skillato: nei mercati finanziari non è possibile, a meno di aspettare 30 anni, riconoscere la differenza tra luck e skill (vedi luck vs skill). Magari per 10 anni il fondo batte il mercato, ma dopo 30 no. I primi 10 sono stati fortuna o abilità?